La guida di Jacopo

Jacopo
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Bar Minimarket Tabaccheria

Il Costarelle Bar Barbano offre la possibilità di trascorrere momenti piacevoli in un ambiente accogliente e familiare. Bere un delizioso caffè,gustare un aperitivo con gli amici e ottimi cocktails alla frutta. Puoi consumare inoltre, Drink analcolici e alcolici,bevande calde,cioccolata,cappuccino e tisane varie. Quindi, il posto giusto per trascorrere ogni momento della giornata. All'interno è presente un minimarket di generi alimentari e vari ben fornito per ogni esigenza. Ricevitoria tabacchi con annesso sevizio ricariche telefoniche. Chiamando alllo 0882-451962 è possibile inoltre richiedere consegne a domicilio di generi alimentari, colazioni e prodotti da Bar.
Costarelle Bar Barbano
C. Da costarelle
Il Costarelle Bar Barbano offre la possibilità di trascorrere momenti piacevoli in un ambiente accogliente e familiare. Bere un delizioso caffè,gustare un aperitivo con gli amici e ottimi cocktails alla frutta. Puoi consumare inoltre, Drink analcolici e alcolici,bevande calde,cioccolata,cappuccino e tisane varie. Quindi, il posto giusto per trascorrere ogni momento della giornata. All'interno è presente un minimarket di generi alimentari e vari ben fornito per ogni esigenza. Ricevitoria tabacchi con annesso sevizio ricariche telefoniche. Chiamando alllo 0882-451962 è possibile inoltre richiedere consegne a domicilio di generi alimentari, colazioni e prodotti da Bar.

Informazioni sulla città/località

La città di San Giovanni Rotondo, meta di pellegrini che accorgono da tutto il mondo per portare omaggio alle spoglie di San Pio da Pietralcina, fu fondata nel 1095 sulle rovine di un preesistente villaggio del IV secolo a.C.; di questo borgo restano dei segni visibili, come alcune tombe ed un battistero circolare (l’epiteto “Rotondo” deriva proprio da questo) che anticamente era destinato al culto di Giano, Dio bifronte, e in seguito fu consacrato a San Giovanni Battista. Famosa nel mondo perché luogo in cui si conservano le spoglie di San Pio da Pietrelcina, frate cappuccino, vissuto per circa 50 anni nella cittadina garganica.La città vive alterne vicende, fino a quando nel 1916 vi giunge l’allora giovanissimo Padre Pio. Egli dedicò la sua vita al servizio della Chiesa, promuovendo la nascita dei Gruppi di Preghiera e la realizzazione di opere caritative, primo fra tutti l’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, definito “tempio di preghiera e di scienza” dallo stesso Padre Pio. Inaugurato il 5 Maggio 1956, l’Ospedale è da un decennio riconosciuto come “Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico” e dispone di oltre mille posti-letto.L’ospedale sorge vicino alle due chiese dedicate a Santa Maria delle Grazie, dove visse e operò Padre Pio, e alla nuova chiesa progettata da Renzo Piano e completata nel 2004. Il centro storico di San Giovanni, è una parte a sé stante della città, per chi è abituato a frequentarla per i luoghi sacri legati al culto di Padre Pio. La parte antica della città si sviluppa in una rete di stretti vincoli e angoli suggestivi che ripropongono immagini di un passato antico. Importante risulta il suo patrimonio di chiese, tra cui è da ricordare quella che in origine era il tempio pagano dedicato al Dio Giano, successivamente consacrato, dai pellegrini che transitavano lungo la Via Sacra Longobardorum, a San Giovanni Battista. Dalla forma retrostante di questa chiesa, costituita da un battistero rotondo, derivò l’attuale nome del paese.Il Borgo medievale con il suo intrigo di viuzze,piazzette e mugnali è senza dubbio uno dei luoghi piuù affascinanti di San Giovanni Rotondo. Qui il pellegrino in visita ai luoghi di Padre Pio,dopo aver sostato in preghiera sulla sua tomba ed aver seguito il percorso penitenziale della Via Cruscis(opera dello scultore Francesco Messina),può visitare edifici e luoghi di culto di innegabile interesse storico,come le chiese di San Nicola,Santa Caterina,Sant'Orsola e San Donato. Alle spalle del monumeto a Padre Pio dell'artista Pericle Fazzini, si trova invece la Chiesa Madre e poco distante la chiesa di Sant'Onofrio(XIII secolo) e l'antico battistero di San Giovanni Battista. La cornice ambientale in cui è incastonata San Giovanni Rotondo offre al visitatore amante della natura scenari suggestivi, unici nel promontorio. A poca distanza dal centro abitato, si assiste a un fenomeno naturalistico di grande fascino: la Grava di Campolato, una delle numerose cavità carsiche presenti sul Gargano, la più profonda di quelle della Puglia. A ridosso del paese svetta invece Monte Calvo (1065 m), la vetta più alta del promontorio garganico; dalla sua sommità, nei giorni più limpidi, è possibile assistere ad un panorama unico: la vista abbraccia contemporaneamente le Isole Tremiti a nord e il Golfo di Manfredonia a sud. La cucina tradizionale,l'artigianato e le produzioni tipiche del Gargano trovano a San Giovanni Rotondo una delle più interessanti espressioni,favorite daun crescente e vivace flusso turistico, sempe più alla ricerca di prodotti sani e genuini. Si spiega così il gran nuemro di artigiani che lavorano la pasta fresca,che confezionano dolci, che imbottigliano olio d'oliva biologico e offrono per la degustazione di formaggi e latticini provenienti da bovini e ovini dei pascoli del Parco Nazionale del Gragano. Abitanti: 26.341 Altitudine: m 566 slm Appuntamenti: Festa Patronale: 24-24-26 Giugno San Giovanni : 8-9-10 Settembre Santa Maria delle Grazie altre ricorrenze : 16 Luglio Madonna del Carmine Mercato cittadino: Tutti i venerdì Distanze: Foggia KM40 Manfredonia KM22 Vieste KM76 San Marco in Lamis KM9
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San Giovanni Rotondo
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La città di San Giovanni Rotondo, meta di pellegrini che accorgono da tutto il mondo per portare omaggio alle spoglie di San Pio da Pietralcina, fu fondata nel 1095 sulle rovine di un preesistente villaggio del IV secolo a.C.; di questo borgo restano dei segni visibili, come alcune tombe ed un battistero circolare (l’epiteto “Rotondo” deriva proprio da questo) che anticamente era destinato al culto di Giano, Dio bifronte, e in seguito fu consacrato a San Giovanni Battista. Famosa nel mondo perché luogo in cui si conservano le spoglie di San Pio da Pietrelcina, frate cappuccino, vissuto per circa 50 anni nella cittadina garganica.La città vive alterne vicende, fino a quando nel 1916 vi giunge l’allora giovanissimo Padre Pio. Egli dedicò la sua vita al servizio della Chiesa, promuovendo la nascita dei Gruppi di Preghiera e la realizzazione di opere caritative, primo fra tutti l’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, definito “tempio di preghiera e di scienza” dallo stesso Padre Pio. Inaugurato il 5 Maggio 1956, l’Ospedale è da un decennio riconosciuto come “Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico” e dispone di oltre mille posti-letto.L’ospedale sorge vicino alle due chiese dedicate a Santa Maria delle Grazie, dove visse e operò Padre Pio, e alla nuova chiesa progettata da Renzo Piano e completata nel 2004. Il centro storico di San Giovanni, è una parte a sé stante della città, per chi è abituato a frequentarla per i luoghi sacri legati al culto di Padre Pio. La parte antica della città si sviluppa in una rete di stretti vincoli e angoli suggestivi che ripropongono immagini di un passato antico. Importante risulta il suo patrimonio di chiese, tra cui è da ricordare quella che in origine era il tempio pagano dedicato al Dio Giano, successivamente consacrato, dai pellegrini che transitavano lungo la Via Sacra Longobardorum, a San Giovanni Battista. Dalla forma retrostante di questa chiesa, costituita da un battistero rotondo, derivò l’attuale nome del paese.Il Borgo medievale con il suo intrigo di viuzze,piazzette e mugnali è senza dubbio uno dei luoghi piuù affascinanti di San Giovanni Rotondo. Qui il pellegrino in visita ai luoghi di Padre Pio,dopo aver sostato in preghiera sulla sua tomba ed aver seguito il percorso penitenziale della Via Cruscis(opera dello scultore Francesco Messina),può visitare edifici e luoghi di culto di innegabile interesse storico,come le chiese di San Nicola,Santa Caterina,Sant'Orsola e San Donato. Alle spalle del monumeto a Padre Pio dell'artista Pericle Fazzini, si trova invece la Chiesa Madre e poco distante la chiesa di Sant'Onofrio(XIII secolo) e l'antico battistero di San Giovanni Battista. La cornice ambientale in cui è incastonata San Giovanni Rotondo offre al visitatore amante della natura scenari suggestivi, unici nel promontorio. A poca distanza dal centro abitato, si assiste a un fenomeno naturalistico di grande fascino: la Grava di Campolato, una delle numerose cavità carsiche presenti sul Gargano, la più profonda di quelle della Puglia. A ridosso del paese svetta invece Monte Calvo (1065 m), la vetta più alta del promontorio garganico; dalla sua sommità, nei giorni più limpidi, è possibile assistere ad un panorama unico: la vista abbraccia contemporaneamente le Isole Tremiti a nord e il Golfo di Manfredonia a sud. La cucina tradizionale,l'artigianato e le produzioni tipiche del Gargano trovano a San Giovanni Rotondo una delle più interessanti espressioni,favorite daun crescente e vivace flusso turistico, sempe più alla ricerca di prodotti sani e genuini. Si spiega così il gran nuemro di artigiani che lavorano la pasta fresca,che confezionano dolci, che imbottigliano olio d'oliva biologico e offrono per la degustazione di formaggi e latticini provenienti da bovini e ovini dei pascoli del Parco Nazionale del Gragano. Abitanti: 26.341 Altitudine: m 566 slm Appuntamenti: Festa Patronale: 24-24-26 Giugno San Giovanni : 8-9-10 Settembre Santa Maria delle Grazie altre ricorrenze : 16 Luglio Madonna del Carmine Mercato cittadino: Tutti i venerdì Distanze: Foggia KM40 Manfredonia KM22 Vieste KM76 San Marco in Lamis KM9
La città nasce nel 1256 per volontà dello svevo re Manfredi,che qui volle ricostruita la nuova Siponto. L'originario insediamento, sitrutto da un maremoto e abbandonato,aveva conosciuto giorni di gloria sotto i Romani e nei primi anni dell'era cristiana elevata com'era,fra le prime d'italia,a sede di diocesi.Di quel passato resdta la chiesa monumentale di Santa Maria Maggiore,edificata nei pressi di una basilica paleocristiana e,a dieci km, l'abbazia San Leonardo(XI sec.)dei Canonici Regolari di Sant'Agostino,al tempo ospizio per i pellegrini diretti alla Grotta dell'Arcangelo Michele. La Siponto di oggi è un accorsato centro balneare affacciato sulla spiaggia sabbiosa del Golfo. Particolarmente ricca e travagliata è la storia di Manfredonia,solare città marinara dalle tradizioni contadine e artigianali. Nonostante la fortificazione e la cinta muraria del 1272, subì il saccheggio francese del 1419 e la feroce occupazione dei turchi saraceni del 1620,conclusasi con un masssacro e la distruzione degli edefici. la città risorge cento anni dopo con Carlo III che qui pose il tribunale del commercio della Terra di Capitanata. Fra i monumenti da visitare, i torrioni delle antiche mura, il Palazzo dei Celestini,la bella chiesa di San Domenico e il castello Svevo-Angioino,dove è ospitato il Museo Archeologico,che racchiude un a mostra dei villaggi neolitici e una esposizioni di stele daune del VII e VI secolo a.C. Ruggiano, San Salvatore e Tomaiuolo sono tre minuscoli borghi,lindi e silenziosi, sparsi sulle alture che fanno da cornice alla città di Manfredonia, a metà strada fra Monte Sant'Angelo e San Giovanni Rotondo. I trecento manfredoniani di Frazione Montagna vivono essenzialmente di agricoltura e allevamento con un ritmo di vita scandito dal volgere delle stagioni. Da visitare la vertiginosa grava di Campolato e l'abbazia di Santa Maria di Ruggiano. Il Carnevale con la sfilata dei gruppi di maschere e la parata dei carri allegorici allestiti dai maestri cartapestai manfredoniani è un appuntamento che richiama ogni anno un gran numero di visitatori. Personaggio tipico è "Ze' Peppe", una maschera che impersona il "Cafone" di rientro in città in occasione della festa. Tipico del carnevale è la "farrata", un dolce di antica origine romana,formata da una sfoglia di pasta ripiena di grano m,acerato,ricotta,maggiorana e cannella. Appuntamenti: Festa Patronale: 29-30-31 Agosto Maria SS. di Siponto Mercato cittadino: Tutti i Mercoledì Distanze: Foggia KM 39 San Giovanni Rotondo KM 22 Vieste KM 54
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Manfredonia
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La città nasce nel 1256 per volontà dello svevo re Manfredi,che qui volle ricostruita la nuova Siponto. L'originario insediamento, sitrutto da un maremoto e abbandonato,aveva conosciuto giorni di gloria sotto i Romani e nei primi anni dell'era cristiana elevata com'era,fra le prime d'italia,a sede di diocesi.Di quel passato resdta la chiesa monumentale di Santa Maria Maggiore,edificata nei pressi di una basilica paleocristiana e,a dieci km, l'abbazia San Leonardo(XI sec.)dei Canonici Regolari di Sant'Agostino,al tempo ospizio per i pellegrini diretti alla Grotta dell'Arcangelo Michele. La Siponto di oggi è un accorsato centro balneare affacciato sulla spiaggia sabbiosa del Golfo. Particolarmente ricca e travagliata è la storia di Manfredonia,solare città marinara dalle tradizioni contadine e artigianali. Nonostante la fortificazione e la cinta muraria del 1272, subì il saccheggio francese del 1419 e la feroce occupazione dei turchi saraceni del 1620,conclusasi con un masssacro e la distruzione degli edefici. la città risorge cento anni dopo con Carlo III che qui pose il tribunale del commercio della Terra di Capitanata. Fra i monumenti da visitare, i torrioni delle antiche mura, il Palazzo dei Celestini,la bella chiesa di San Domenico e il castello Svevo-Angioino,dove è ospitato il Museo Archeologico,che racchiude un a mostra dei villaggi neolitici e una esposizioni di stele daune del VII e VI secolo a.C. Ruggiano, San Salvatore e Tomaiuolo sono tre minuscoli borghi,lindi e silenziosi, sparsi sulle alture che fanno da cornice alla città di Manfredonia, a metà strada fra Monte Sant'Angelo e San Giovanni Rotondo. I trecento manfredoniani di Frazione Montagna vivono essenzialmente di agricoltura e allevamento con un ritmo di vita scandito dal volgere delle stagioni. Da visitare la vertiginosa grava di Campolato e l'abbazia di Santa Maria di Ruggiano. Il Carnevale con la sfilata dei gruppi di maschere e la parata dei carri allegorici allestiti dai maestri cartapestai manfredoniani è un appuntamento che richiama ogni anno un gran numero di visitatori. Personaggio tipico è "Ze' Peppe", una maschera che impersona il "Cafone" di rientro in città in occasione della festa. Tipico del carnevale è la "farrata", un dolce di antica origine romana,formata da una sfoglia di pasta ripiena di grano m,acerato,ricotta,maggiorana e cannella. Appuntamenti: Festa Patronale: 29-30-31 Agosto Maria SS. di Siponto Mercato cittadino: Tutti i Mercoledì Distanze: Foggia KM 39 San Giovanni Rotondo KM 22 Vieste KM 54
Superati i primi contrafforti del Gargano, La Via Sacra dei Longobardi si inerpica lungo una silenziosa e verde vallata e fa tappa al Santuario Santa Maria di Stignano, un antico convento costruito intorno al 1300 da monaci Cistercensi. Siamo a San Marco in lamis, posta del Parco Nazionale del Gargano e tappa obbligata per i pellegrini diretti alla Tomba di Padre Pio e alla grotta dell'Arcangelo Michele. E il suo ruolo di luogo di sosta e risotro del viandante è confermato dalla presenza,non appena uscitri dalla città,del Monastero di San Matteo,risalente alla prima espansione benedettina in terra di Capitanata. Nata nel 567 come ospizio, l'Abbazia venne dedicata a San Giovanni il Battista e successivamente all'evangelista Matteo,di cui si conserva un dente come reliquia,done dei Frati Minori Osservanti qui giunti nel 1578. Il Convento custodfisce una ricchissima biblioteca di testi medievali ed espone un iteressante antiquaruium. La città di San Marco in Lamis è posta al centro di una fertle conca,ricca di acqua(il toponimo "lamis" vuol dire appunto palude) e circondata da estesi pascoli e boschi lussureggianti. La sua economia agricola o comunque legata alla zootecnica trova di recente un nuovo apporto grazie all'espansione turistica della frazione di Borgo Celano,meta provilieggiata per chi ama l'aria salubre,gli ampi spazi e la vita a contatto con la natura. La manifestazione della religiosità popolare di San marco in Lamis trova la sua genuina espressione e originalità nella proicessione del Venerdì Santo. L'incontro del Cristo con la Madre Addolorata è preceduta da una teoria di " Fracchie", enormi falò trainati su carrelli di ferro. Il tutto si svolge in un atmosfera da bolgia Dantesca: da una parte il pianto e il dolore per la morte dell'innocente, dall'altro le lingue di fuoco e il fumo che si innalzano alte dalle strade del borgo medievale. Appuntamenti: Festa patronale: 25 Aprile San Marco Evangelista 11 Febbraio Festività della Beata Vergine di Lourdes 21 Settembre Maria SS.Addolorata Mercato Cittadino:Tutti i Mercoledì Distanze: Foggia Km37 San Giovanni rotondo KM9 Vieste KM86 Sasn Severo KM24
San Marco in Lamis
Superati i primi contrafforti del Gargano, La Via Sacra dei Longobardi si inerpica lungo una silenziosa e verde vallata e fa tappa al Santuario Santa Maria di Stignano, un antico convento costruito intorno al 1300 da monaci Cistercensi. Siamo a San Marco in lamis, posta del Parco Nazionale del Gargano e tappa obbligata per i pellegrini diretti alla Tomba di Padre Pio e alla grotta dell'Arcangelo Michele. E il suo ruolo di luogo di sosta e risotro del viandante è confermato dalla presenza,non appena uscitri dalla città,del Monastero di San Matteo,risalente alla prima espansione benedettina in terra di Capitanata. Nata nel 567 come ospizio, l'Abbazia venne dedicata a San Giovanni il Battista e successivamente all'evangelista Matteo,di cui si conserva un dente come reliquia,done dei Frati Minori Osservanti qui giunti nel 1578. Il Convento custodfisce una ricchissima biblioteca di testi medievali ed espone un iteressante antiquaruium. La città di San Marco in Lamis è posta al centro di una fertle conca,ricca di acqua(il toponimo "lamis" vuol dire appunto palude) e circondata da estesi pascoli e boschi lussureggianti. La sua economia agricola o comunque legata alla zootecnica trova di recente un nuovo apporto grazie all'espansione turistica della frazione di Borgo Celano,meta provilieggiata per chi ama l'aria salubre,gli ampi spazi e la vita a contatto con la natura. La manifestazione della religiosità popolare di San marco in Lamis trova la sua genuina espressione e originalità nella proicessione del Venerdì Santo. L'incontro del Cristo con la Madre Addolorata è preceduta da una teoria di " Fracchie", enormi falò trainati su carrelli di ferro. Il tutto si svolge in un atmosfera da bolgia Dantesca: da una parte il pianto e il dolore per la morte dell'innocente, dall'altro le lingue di fuoco e il fumo che si innalzano alte dalle strade del borgo medievale. Appuntamenti: Festa patronale: 25 Aprile San Marco Evangelista 11 Febbraio Festività della Beata Vergine di Lourdes 21 Settembre Maria SS.Addolorata Mercato Cittadino:Tutti i Mercoledì Distanze: Foggia Km37 San Giovanni rotondo KM9 Vieste KM86 Sasn Severo KM24
La storia di Mattinata è scritta sulle alture che fanno da cornice alla conca verdeggiante di ulivi e sulle colline che dal centro abitato dolcemente degradano verso il mare: dai ruderi della grandiosa Abbazia della Trinità di Monte Sacro alle tombe del parco archeologico di Monte Saraceno. Qui storia e ambiente si incontrano e si sposano facendo di questa deliziosa località una delle mete più affascinanti del Promontorio e della regione. Il suo toponimo deriva dalla latina Matinum, antica città marinara che sotto Cesare Augusto raggiunse il suo massimo splendore. Rasa al suolo dai Saraceni,dopo l'anno Mille l'abitato insorge sui contrafforti dell'entroterra con il nome di Mattinata.Nonostante la posizione,subisce numerosi saccheggi fino alla feroce e sanguinaria incurisone dei pirati turchi culminata con l'incendio della città. Già frazione di Monte Sant'Angelo, dal 1955 è sede comunale e gode di autonomia amministrativa.L'ampia soleggiata baia di Mattinata,compresa fra il costone del Monte Saraceno e la rupe che protegge il porto turistico,racchiude un'accorsata spiaggia a ciottoli bagnata da un mare cristallino. A levante e a ponete dalla grande baia, il litorale è invece un susseguirsi di silenziose insenature racchiuse da roccie a falesia a picco sul mare e di suggestive grotte marine. Appuntamenti : Festa Patronale 14-15-16 Settembre Maria SS.della Luce Mercato cittadino: Tutti i giovedì Distanze : Foggia 55KM San Giovanni Rotondo 39KM Monte Sant 'Angelo 18KM Manfredonia 17KM Vieste 39KM
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Mattinata
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La storia di Mattinata è scritta sulle alture che fanno da cornice alla conca verdeggiante di ulivi e sulle colline che dal centro abitato dolcemente degradano verso il mare: dai ruderi della grandiosa Abbazia della Trinità di Monte Sacro alle tombe del parco archeologico di Monte Saraceno. Qui storia e ambiente si incontrano e si sposano facendo di questa deliziosa località una delle mete più affascinanti del Promontorio e della regione. Il suo toponimo deriva dalla latina Matinum, antica città marinara che sotto Cesare Augusto raggiunse il suo massimo splendore. Rasa al suolo dai Saraceni,dopo l'anno Mille l'abitato insorge sui contrafforti dell'entroterra con il nome di Mattinata.Nonostante la posizione,subisce numerosi saccheggi fino alla feroce e sanguinaria incurisone dei pirati turchi culminata con l'incendio della città. Già frazione di Monte Sant'Angelo, dal 1955 è sede comunale e gode di autonomia amministrativa.L'ampia soleggiata baia di Mattinata,compresa fra il costone del Monte Saraceno e la rupe che protegge il porto turistico,racchiude un'accorsata spiaggia a ciottoli bagnata da un mare cristallino. A levante e a ponete dalla grande baia, il litorale è invece un susseguirsi di silenziose insenature racchiuse da roccie a falesia a picco sul mare e di suggestive grotte marine. Appuntamenti : Festa Patronale 14-15-16 Settembre Maria SS.della Luce Mercato cittadino: Tutti i giovedì Distanze : Foggia 55KM San Giovanni Rotondo 39KM Monte Sant 'Angelo 18KM Manfredonia 17KM Vieste 39KM
Da quindici secoli meta dei pellegrinaggi penitenziali, Monte Sant'Angelo è il simbolo stesso del Gargano,della sua storia,della sua religiosità. Santi,imperatori,papi re e semplici fedeli sono saliti sul Monte Gargano per inginocchiarsi davanti all'altare dell' Arcangelo Michele lasciando un segno della loro devozione,come i semplici graffiti delle genti ruriche o il calice offerto dal Papa Giovanni Paolo II, custodito con centinaia di altri ricordi nel Museo del Santuario. I luoghi di culto ed i monumenti legati alla tradizione micaelica testimoniano la storia della Città dell'angelo,il dominio bizantino e longobardo,la presenza normanna e sveva, il governo angioino e aragonese. Di qui l'elegante e severa Basilica Palatina che conserva la statua in alabastro di San Michele di Andrea Sansovino, il campanile ottagonale, latomba del re longobardo Rotari, le chiese di S.Maria Maggiore, S. Benedetto, Sant'Antonio e San Pietro,la più antica della città. Nell'ex convento San francesco sono stati allocati la Biblioteca Civica e il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, dedicato a Giovanni Tancredi,promotore della prima raccolta etnografica di puglia. Da Non mancare una passeggiata nello Junno,il più antico quartiere della città, e una sosta al belvedere dove si gode,una incantevole vista sui valloni,sul Golfo di mafredonia,sulla terra di Capitanata e di Bari. A dieci minuti si trova il bellissimo complesso della Badia santa Maria di Pulsano. La costruzione del castello di Monte Sant'angelo risale al normanno Roberto il Guiscardo,che qui istitui la Signoria dell'Onore,una sorta di ordine cavalleresco dell' Arcangelo. Il Castello fu poi ampliato dagli Svevi e trasformato in una triste prigione di stato sotto gli Angioini. Sotto gli Aragonesi riprese la sua funzione originaria e raggiunse il suo massimo splendore. Abitanti: 11.421 Altitudine: m 843 slm Appuntamenti: Festa Patronale:28-29-30 Settembre San Michele Arcangelo altre feste o ricorrenze: 16 Agosto Madonna della Luce 8 settembre Madonna di Pulsano(Abbazia di Pulsano) Mercato cittadino: Tutti i sabati Distanze: Foggia KM54 San Giovanni Rotondo KM24 Vieste KM52 Manfredonia KM17
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Monte Sant'Angelo
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Da quindici secoli meta dei pellegrinaggi penitenziali, Monte Sant'Angelo è il simbolo stesso del Gargano,della sua storia,della sua religiosità. Santi,imperatori,papi re e semplici fedeli sono saliti sul Monte Gargano per inginocchiarsi davanti all'altare dell' Arcangelo Michele lasciando un segno della loro devozione,come i semplici graffiti delle genti ruriche o il calice offerto dal Papa Giovanni Paolo II, custodito con centinaia di altri ricordi nel Museo del Santuario. I luoghi di culto ed i monumenti legati alla tradizione micaelica testimoniano la storia della Città dell'angelo,il dominio bizantino e longobardo,la presenza normanna e sveva, il governo angioino e aragonese. Di qui l'elegante e severa Basilica Palatina che conserva la statua in alabastro di San Michele di Andrea Sansovino, il campanile ottagonale, latomba del re longobardo Rotari, le chiese di S.Maria Maggiore, S. Benedetto, Sant'Antonio e San Pietro,la più antica della città. Nell'ex convento San francesco sono stati allocati la Biblioteca Civica e il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, dedicato a Giovanni Tancredi,promotore della prima raccolta etnografica di puglia. Da Non mancare una passeggiata nello Junno,il più antico quartiere della città, e una sosta al belvedere dove si gode,una incantevole vista sui valloni,sul Golfo di mafredonia,sulla terra di Capitanata e di Bari. A dieci minuti si trova il bellissimo complesso della Badia santa Maria di Pulsano. La costruzione del castello di Monte Sant'angelo risale al normanno Roberto il Guiscardo,che qui istitui la Signoria dell'Onore,una sorta di ordine cavalleresco dell' Arcangelo. Il Castello fu poi ampliato dagli Svevi e trasformato in una triste prigione di stato sotto gli Angioini. Sotto gli Aragonesi riprese la sua funzione originaria e raggiunse il suo massimo splendore. Abitanti: 11.421 Altitudine: m 843 slm Appuntamenti: Festa Patronale:28-29-30 Settembre San Michele Arcangelo altre feste o ricorrenze: 16 Agosto Madonna della Luce 8 settembre Madonna di Pulsano(Abbazia di Pulsano) Mercato cittadino: Tutti i sabati Distanze: Foggia KM54 San Giovanni Rotondo KM24 Vieste KM52 Manfredonia KM17

Visite turistiche

Nonostante già dai primi anni 20 si assiste ad un sempre crescente numero di pellegrini che salgono il monte Gargano e che sia palese a tutti l'inadeguatezza della Chiesina di Santa Maria delle Grazie a gestire questo "popolo bisognoso" (tant'è che padre Pio sarà più volte costretto a celebrare all'aperto), i lavori per il Santuario iniziarono solo nel 1956. La chiesa prende forma sotto la direzione attenta dell'Architetto Giuseppe Gentile di Boiano, e viene consacrata il 1 luglio 1959. È costituita da tre navate, quella centrale è dominata dall'imponente mosaico dell'abside, della scuola vaticana, raffigurante l'icona della Madonna delle Grazie nella gloria degli angeli e san Pio, intermediatore tra Maria e l'umanità sofferente. Sul presbiterio, un nuovo altare consacrato il 13 dicembre 2008, sostituisce quello su cui padre Pio ha celebrato l'eucarestia dal 1959 fino al 22 settembre 1968. La vecchia mensa eucaristica è stata "incastonata", quale gemma preziosa, nell'altare maggiore, alla base del tabernacolo. Le navate laterali sono impreziosite da 9 altarini, ma soprattutto dalla statua lignea della Madonna delle Grazie e da due recenti mosaici raffiguranti san Giovanni Paolo II e la Beata Madre Teresa di Calcutta, con relative reliquie.
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Sanctuary of Saint Mary our Lady of Grace
Piazzale Santa Maria delle Grazie
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Nonostante già dai primi anni 20 si assiste ad un sempre crescente numero di pellegrini che salgono il monte Gargano e che sia palese a tutti l'inadeguatezza della Chiesina di Santa Maria delle Grazie a gestire questo "popolo bisognoso" (tant'è che padre Pio sarà più volte costretto a celebrare all'aperto), i lavori per il Santuario iniziarono solo nel 1956. La chiesa prende forma sotto la direzione attenta dell'Architetto Giuseppe Gentile di Boiano, e viene consacrata il 1 luglio 1959. È costituita da tre navate, quella centrale è dominata dall'imponente mosaico dell'abside, della scuola vaticana, raffigurante l'icona della Madonna delle Grazie nella gloria degli angeli e san Pio, intermediatore tra Maria e l'umanità sofferente. Sul presbiterio, un nuovo altare consacrato il 13 dicembre 2008, sostituisce quello su cui padre Pio ha celebrato l'eucarestia dal 1959 fino al 22 settembre 1968. La vecchia mensa eucaristica è stata "incastonata", quale gemma preziosa, nell'altare maggiore, alla base del tabernacolo. Le navate laterali sono impreziosite da 9 altarini, ma soprattutto dalla statua lignea della Madonna delle Grazie e da due recenti mosaici raffiguranti san Giovanni Paolo II e la Beata Madre Teresa di Calcutta, con relative reliquie.
Ingresso santuario: Passando accanto al campanile, ci si immette in un ampio piazzale, denominato “Atrio superiore” e delineato a sinistra e di fronte da un colonnato con inferriate. Il prospetto dell’ingresso risale al 1865 ed è costituito da due arcate a sesto acuto, sormontate da un frontone triangolare ornato di fregi. Al centro, in alto, tra due piccoli rosoni, è stata collocata un’edicola con la statua di San Michele Arcangelo. L’ingresso di sinistra è impreziosito da una porta di bronzo istoriata con pannelli che riportano tutta la storia del Santuario, dalle origini fino al pellegrinaggio di Giovanni Paolo II avvenuto nel 1987. In alto, in corrispondenza delle porte, sono collocate due lapidi rettangolari. A destra si legge la seguente epigrafe: Terribile è questo luogo. Qui è la casa di Dio e la porta del cielo. La lapide di sinistra porta incisa un’altra iscrizione. Sono le parole pronunciate dall’Arcangelo nella terza apparizione: NON EST VOBIS OPUS HANC QUAM AEDIFICAVI BASILICAM DEDICARE IPSE ENIM QUI CONDIDI ETIAM CONSECRAVI (“Non è necessario che voi dedichiate questa Basilica che ho edificato, poiché io stesso, che ne ho posto le fondamenta, l’ho anche consacrata”). Sotto ogni lapide si apre un portale ad arco acuto, il più prezioso dei quali, a destra, risale al XIV secolo. La Scalinata Angioina: I due portali superiori immettono in un vestibolo dal quale ha inizio la scalinata che porta verso la mistica Grotta. La costruzione di questa magnifica opera risale all’epoca angioina (sec. XIII). E’ costituita da 86 gradini e suddivisa in cinque rampe, interrotte da quattro ripiani; le gallerie sono sostenute da grandi arcate gotiche e da volte ogivali; le pareti laterali sono illuminate da piccole finistre a strombo. Le arcate che corrono lungo le pareti a destra e a sinistra delimitano le sepolture delle antiche famiglie del luogo. La scalinata termina con un portale inquadrato da colonne tortili poggianti su leoni e plinti chiamato tradizionalmente “Porta del toro” (dal grande affresco che lo sovrasta, raffigurante, appunto, l’episodio del toro della prima apparizione). Sotto l’affresco è murata una lapide marmorea in una ricca cornice contenente la seguente iscrizione: HAEC EST TOTO ORBE TERRARUM DIVI MICHAELIS ARCHANGELI CELEBERRIMA CRIPTA UBI MORTALIBUS APPARERE DIGNATUS EST HOSPES HUMI PROCUM – BENS SAXA VENERARE LOCUS ENIM IN QUO STAS TERRA SANCTA EST (E’ questa la Cripta di San Michele Arcangelo, celeberrima in tutto il mondo, dove egli si degnò di apparire agli uomini. O pellegrino, prostrandoti a terra, venera questi sassi perché il luogo in cui ti trovi è santo.) Le porte di Bronzo Oltre la Porta del toro, ci si trova nell’Atrio inferiore: anello di congiunzione tra la scalinata e l’entrata della Basilica. L’atrio, infatti, si chiude con un bellissimo portale romanico e con le famosissime Porte di bronzo per le quali si accede alla Grotta. Il portale è sormontato da un arco in cui sono incise le parole pronunciate, secondo la tradizione, dallo stesso San Michele al vescovo San Lorenzo Maiorano in una delle apparizioni: Dove si spalanca la roccia, lì saranno perdonati i peccati degli uomini. Questa è una dimora speciale nella quale qualsiasi colpa viene lavata. Le Porte di bronzo, che chiudono il portale, furono realizzate nel 1076 nella regale Costantinopoli, su commissione dell’amalfitano Pantaleone, della nobile famiglia dei Mauroni, che ne fece dono alla Basilica. Costituite da una pesante intelaiatura di legno rivestita di formelle in oricalco (lega di rame, zinco, piombo e argento), appartengono ad un gruppo di opere analoghe, tutte di manifattura bizantina, concentrate tra Lazio e Campania. Tipica delle officine di Costantinopoli è anche la decorazione ad agemina (disegno inciso nel metallo). L’opera è suddivisa in ventiquattro pannelli sui quali sono raffigurati episodi biblici dell’Antico e Nuovo Testamento che vedono protagonisti gli angeli, la storia delle apparizioni di San Michele al vescovo Maiorano ed alcuni momenti della storia della Chiesa dei primi secoli. La cappella del Santissimo Sacramento: In fondo alla Navata angioina, nell’abside, fu collocato nel 1690 un altare in stile barocco per la custodia del Santissimo Sacramento. Tre statue in pietra rappresentano San Giuseppe (al centro), S. Nicola di Bari (a sinistra) e S. Antonio di Padova (a destra). La mensa e il tabernacolo risalgono alla prima metà del 1800. La parte superiore è ornata da un’edicola nella quale, in altorilievo, viene raffigurata la scena dell’Annunciazione. L'altare della Madonna: A sinistra del presbiterio, sotto un baldacchino ligneo sorretto da quattro colonne di marmo provenienti da un altro antico monumento, si trova uno dei più antichi altari della Basilica: quello dedicato alla Madonna del Perpetuo Soccorso. Sopra l’altare, un affresco incluso in una cornice del XVII secolo rappresenta l’immagine della Madonna del Perpetuo Soccorso con ai lati Santo Stefano protomartire e San Carlo Borromeo. L’altare è chiamato anche della Madonna del Suffragio a motivo del privilegio concesso da papa Gregorio XIII (1572 – 1585) di usufruire ogni giorno, pregando dinanzi a questo altare, dell’indulgenza plenaria per i defunti. L'altrae di San Michele Arcangelo: Tra la fine del XVI secolo e la prima metà del successivo, l’arcivescovo Domenico Ginnasio (1586 – 1607) fece scavare il fondo della Grotta con l’intento di creare un più ampio presbiterio, consono alla solennità delle messe pontificali. Nel primo decennio del Seicento lo stesso prelato recintò con lastre di rame “…il sasso della sagrata grotta in forma d’Altare sopra del quale furono trovate due vestigie seu pedate, come di fanciullo impresse nella neve…” (Platea, 1678). Collocata nel 1507 sull’Altare delle Impronte, nel cuore della Sacra Grotta, la statua di San Michele Arcangelo, opera di altissima qualità ed immagine archetipa per la devozione, è comunemente attri – buita ad Andrea Contucci, detto anche Sansovino. Scolpita nel marmo bianco di Carrara, misura 130 cm di altezza. Rappresenta il Principe delle milizie celesti in atteggia – mento di guerriero che calpesta satana raffigurato come un mostro dal viso di scimmia, la coscia di capro, gli artigli di leone e la coda di serpente. San Michele ha l’apparenza di un adole – scente, dal volto atteggiato a sorriso. Il capo è ornato da una chioma inanellata a serpentine, a riccioli, a boccoli e a ciocche: un unicum nel suo genere nella storia della scultura. Il braccio sinistro è teso verso il basso. Il braccio destro, sollevato, impugna una spada disposta trasversalmente, in atto di minaccia. La posizione è quella di un soldato (veste, tra l’altro, la corta ed aderente armatura di un legionario romano con un ampio mantello militare) vincitore che, tuttavia, vigila affinché il nemico non possa più essere offensivo. La spada, prelevata dalla mano dell’Arcangelo, viene recata in solenne processione per le vie di Monte Sant’Angelo il 29 settembre.
28 icetyiswa ngabantu basekuhlaleni
Santuario di San Michele Arcangelo
127 Via Reale Basilica
28 icetyiswa ngabantu basekuhlaleni
Ingresso santuario: Passando accanto al campanile, ci si immette in un ampio piazzale, denominato “Atrio superiore” e delineato a sinistra e di fronte da un colonnato con inferriate. Il prospetto dell’ingresso risale al 1865 ed è costituito da due arcate a sesto acuto, sormontate da un frontone triangolare ornato di fregi. Al centro, in alto, tra due piccoli rosoni, è stata collocata un’edicola con la statua di San Michele Arcangelo. L’ingresso di sinistra è impreziosito da una porta di bronzo istoriata con pannelli che riportano tutta la storia del Santuario, dalle origini fino al pellegrinaggio di Giovanni Paolo II avvenuto nel 1987. In alto, in corrispondenza delle porte, sono collocate due lapidi rettangolari. A destra si legge la seguente epigrafe: Terribile è questo luogo. Qui è la casa di Dio e la porta del cielo. La lapide di sinistra porta incisa un’altra iscrizione. Sono le parole pronunciate dall’Arcangelo nella terza apparizione: NON EST VOBIS OPUS HANC QUAM AEDIFICAVI BASILICAM DEDICARE IPSE ENIM QUI CONDIDI ETIAM CONSECRAVI (“Non è necessario che voi dedichiate questa Basilica che ho edificato, poiché io stesso, che ne ho posto le fondamenta, l’ho anche consacrata”). Sotto ogni lapide si apre un portale ad arco acuto, il più prezioso dei quali, a destra, risale al XIV secolo. La Scalinata Angioina: I due portali superiori immettono in un vestibolo dal quale ha inizio la scalinata che porta verso la mistica Grotta. La costruzione di questa magnifica opera risale all’epoca angioina (sec. XIII). E’ costituita da 86 gradini e suddivisa in cinque rampe, interrotte da quattro ripiani; le gallerie sono sostenute da grandi arcate gotiche e da volte ogivali; le pareti laterali sono illuminate da piccole finistre a strombo. Le arcate che corrono lungo le pareti a destra e a sinistra delimitano le sepolture delle antiche famiglie del luogo. La scalinata termina con un portale inquadrato da colonne tortili poggianti su leoni e plinti chiamato tradizionalmente “Porta del toro” (dal grande affresco che lo sovrasta, raffigurante, appunto, l’episodio del toro della prima apparizione). Sotto l’affresco è murata una lapide marmorea in una ricca cornice contenente la seguente iscrizione: HAEC EST TOTO ORBE TERRARUM DIVI MICHAELIS ARCHANGELI CELEBERRIMA CRIPTA UBI MORTALIBUS APPARERE DIGNATUS EST HOSPES HUMI PROCUM – BENS SAXA VENERARE LOCUS ENIM IN QUO STAS TERRA SANCTA EST (E’ questa la Cripta di San Michele Arcangelo, celeberrima in tutto il mondo, dove egli si degnò di apparire agli uomini. O pellegrino, prostrandoti a terra, venera questi sassi perché il luogo in cui ti trovi è santo.) Le porte di Bronzo Oltre la Porta del toro, ci si trova nell’Atrio inferiore: anello di congiunzione tra la scalinata e l’entrata della Basilica. L’atrio, infatti, si chiude con un bellissimo portale romanico e con le famosissime Porte di bronzo per le quali si accede alla Grotta. Il portale è sormontato da un arco in cui sono incise le parole pronunciate, secondo la tradizione, dallo stesso San Michele al vescovo San Lorenzo Maiorano in una delle apparizioni: Dove si spalanca la roccia, lì saranno perdonati i peccati degli uomini. Questa è una dimora speciale nella quale qualsiasi colpa viene lavata. Le Porte di bronzo, che chiudono il portale, furono realizzate nel 1076 nella regale Costantinopoli, su commissione dell’amalfitano Pantaleone, della nobile famiglia dei Mauroni, che ne fece dono alla Basilica. Costituite da una pesante intelaiatura di legno rivestita di formelle in oricalco (lega di rame, zinco, piombo e argento), appartengono ad un gruppo di opere analoghe, tutte di manifattura bizantina, concentrate tra Lazio e Campania. Tipica delle officine di Costantinopoli è anche la decorazione ad agemina (disegno inciso nel metallo). L’opera è suddivisa in ventiquattro pannelli sui quali sono raffigurati episodi biblici dell’Antico e Nuovo Testamento che vedono protagonisti gli angeli, la storia delle apparizioni di San Michele al vescovo Maiorano ed alcuni momenti della storia della Chiesa dei primi secoli. La cappella del Santissimo Sacramento: In fondo alla Navata angioina, nell’abside, fu collocato nel 1690 un altare in stile barocco per la custodia del Santissimo Sacramento. Tre statue in pietra rappresentano San Giuseppe (al centro), S. Nicola di Bari (a sinistra) e S. Antonio di Padova (a destra). La mensa e il tabernacolo risalgono alla prima metà del 1800. La parte superiore è ornata da un’edicola nella quale, in altorilievo, viene raffigurata la scena dell’Annunciazione. L'altare della Madonna: A sinistra del presbiterio, sotto un baldacchino ligneo sorretto da quattro colonne di marmo provenienti da un altro antico monumento, si trova uno dei più antichi altari della Basilica: quello dedicato alla Madonna del Perpetuo Soccorso. Sopra l’altare, un affresco incluso in una cornice del XVII secolo rappresenta l’immagine della Madonna del Perpetuo Soccorso con ai lati Santo Stefano protomartire e San Carlo Borromeo. L’altare è chiamato anche della Madonna del Suffragio a motivo del privilegio concesso da papa Gregorio XIII (1572 – 1585) di usufruire ogni giorno, pregando dinanzi a questo altare, dell’indulgenza plenaria per i defunti. L'altrae di San Michele Arcangelo: Tra la fine del XVI secolo e la prima metà del successivo, l’arcivescovo Domenico Ginnasio (1586 – 1607) fece scavare il fondo della Grotta con l’intento di creare un più ampio presbiterio, consono alla solennità delle messe pontificali. Nel primo decennio del Seicento lo stesso prelato recintò con lastre di rame “…il sasso della sagrata grotta in forma d’Altare sopra del quale furono trovate due vestigie seu pedate, come di fanciullo impresse nella neve…” (Platea, 1678). Collocata nel 1507 sull’Altare delle Impronte, nel cuore della Sacra Grotta, la statua di San Michele Arcangelo, opera di altissima qualità ed immagine archetipa per la devozione, è comunemente attri – buita ad Andrea Contucci, detto anche Sansovino. Scolpita nel marmo bianco di Carrara, misura 130 cm di altezza. Rappresenta il Principe delle milizie celesti in atteggia – mento di guerriero che calpesta satana raffigurato come un mostro dal viso di scimmia, la coscia di capro, gli artigli di leone e la coda di serpente. San Michele ha l’apparenza di un adole – scente, dal volto atteggiato a sorriso. Il capo è ornato da una chioma inanellata a serpentine, a riccioli, a boccoli e a ciocche: un unicum nel suo genere nella storia della scultura. Il braccio sinistro è teso verso il basso. Il braccio destro, sollevato, impugna una spada disposta trasversalmente, in atto di minaccia. La posizione è quella di un soldato (veste, tra l’altro, la corta ed aderente armatura di un legionario romano con un ampio mantello militare) vincitore che, tuttavia, vigila affinché il nemico non possa più essere offensivo. La spada, prelevata dalla mano dell’Arcangelo, viene recata in solenne processione per le vie di Monte Sant’Angelo il 29 settembre.

Amacebiso ngesixeko

Ukuhamba-hamba

Il modo più rapido per muoversi è sicuramente la macchina.

A 300mt dalla casa si trova la fermata della linea regionale Sita sud, che collega San Giovanni Rotondo a Foggia. Il bus impiega 10 minuti per raggiungere San Giovanni Rotondo e 25 minuti per la stazione dei treni di Foggia. In alternativa è possibile prenotare un servizio di noleggio auto/pulmino con conducente direttamente dalla residenza.
Ungaphoswa

La Costa Garganica

Il Gargano presenta 200 chilometri di costa, lungo i quali si susseguono spiagge, baie, grotte, cale, faraglioni. Il tratto di costa più suggestivo sono i 40 Km di costa alta e frastagliata tra Vieste e Mattinata. Le bianche falesie, le insenature e calette circondate dalla macchia mediterranea e da una vegetazione fatta di pini, lauri, agrumi e ulivi rendono la costa garganico unica nel mediterraneo. Lungo la costa si potranno ammirare gli antichi trabucchi arcaiche strutture in legno per la pesca. Nelle grotte e tra la fitta vegetazione si trovano insediamenti preistorici.
Ungaphoswa

Parco Nazionale del Gargano

Esteso su un’area di oltre 120.000 ettari, il Parco Nazionale del Gargano è tutto da scoprire tra antiche foreste e arcipelaghi bagnati dall’acqua cristallina. Qui trovano spazio diverse aree protette tra cui la Riserva Marina delle Isole Tremiti, unica nel suo genere per la straordinaria bellezza dei fondali marini e per le grotte naturali. Nell’entroterra del promontorio garganico verdeggia l’ultima testimonianza della Foresta Umbra, un habitat molto esteso già in epoca preistorica. Molte sono le possibilità di esplorare il parco a piedi o in bicicletta.
Izinto omele uzipakishe

Abbigliamento leggero e comodo.

Consigliamo di portare un abbigliamento consono alla stagione estiva, senza dimenticare qualche capo leggermente più pesante per le serate ventilate e fresche, una peculiarità del territorio Garganico. Spesso l'escursione termica tra il giorno e la notte è anche di diversi gradi centigradi. Per quanto riguarda le spiagge Garganiche con ciotoli e sassi, il nostro suggerimento è di portare con sé scarpe da spiaggia o scarpe adatte agli scogli. Le scarpette da scoglio sono soprattutto versatili. Ti permettono di goderti la spiaggia, nuotare o fare snorkeling proteggendo i tuoi piedi.
Izinto omele uzipakishe

Protezioni solari e contro gli insetti

Equipaggiarsi con una buona crema con protezione solare e filtro UV per le giornate più calde e degli spray repellenti per gli insetti. Soprattutto nelle zone costiere ed interne.
Ungaphoswa

Dune e lagune

Lesina e Varano sono due grandi lagune salmastre nella porzione settentrionale del promontorio. Chiuse al mare da un cordone di dune sabbiose,nel quale si aprono i canali che consentono al benefico flusso marino- attivato da mare e tempeste- di vivificare e ossigenare l'area salmastra,le due lagune sono anch'esse di importanza capitale per la conservazione degli uccelli migratori,che vi trascorrono la stagione invernale.Sono anche sede di alcuni dei più bei complessi sabbiosi costieri dell'Italia,con l'intera vegetazione dunale.
Ungaphoswa

Le Foreste del Gargano

Il cuore del Gargano conserva un lembo di foresta che non ha eguali nel resto del mondo: La Foresta Umbra,quasi 11.000ettari di Faggi,Quercie,Aceri e Carpini con alberi di eccezionale età e dimensioni,sorvegliati e protetti dal corpo forestale dello stato. Qui crsce un lussureggiante tappeto di Felci di color verde brillante. Cerri,Frassini,Aceri, e Faggi si levano alti per raggiungere la luce,avvolti dalle liane della Clematide e della Vite selvatica; i tronchi crollati al suolo marciscono lentamente alimentando i funghi del legno.
Ungaphoswa

Gli Eremi e L'abbazia di Pulsano

Un itinerario insolito e suggestivo attraverso valli e pendii rupestri. Uno straordinario viaggio per riscoprire la nostra storia, sulle tracce di monaci ed eremiti. L'abbazia di Santa Maria di Pulsano sorge a 8km da Monte Sant'Angelo,incastonata su un vasto altopiano che domina il Golfo di Mafredonia. Equipaggiamento per le escursioni: Abbigliamento sportivo,pantaloni lunghi, scarpe da trekking o trail, berretti,binocolo, macchina fotografica,videocamera.
Ungaphoswa

Rignano Garganico/Grotta Paglicci

Lungo le pendici meridionali del Gargano, in agro di Rignano,sotto la superficie di un gradone calcareo inciso da profondi solchi vallivi,si apre Grotta pPaglicci. L'antichissimo insediamento,frequentato tra 200.000 ed 11.000anni fà, costituisce una straordinaria testimonianza,non solo per la Paleontropologia, ma anche per la storia dell'arte. Equipaggiamento per le escursioni: Abbigliamento sportivo,pantaloni lunghi, scarpe da trekking o trail, berretti,binocolo, macchina fotografica,videocamera.
Ungaphoswa

Sannicandro Garganico/Dolina Pozzatina

Le Doline sono concavità formate da naturali depressioni del terreno,causate dal crollo delle volte di grotte sottostanti o per dissoluzione superficiale del calcare. Quella di Pozzatina,profonda oltre 100metri per un perimetro di 1850metri, fornisce una delle più vistose manifestazioni del carsismo sul Promontorio del Gargano. Equipaggiamento per le escursioni: Abbigliamento sportivo,pantaloni lunghi, scarpe da trekking o trail, berretti,binocolo, macchina fotografica,videocamera.
Amasiko nenkcubeko

La Tarantella del Gargano

Viaggio alle vere origini della Tarantella, quella degli esorcismi e delle guarigioni,degli strumenti musicali arcaici e dal suono ineguagliabile. Il mistero selvaggio ed emozionante di un ballo maledetto e l'identità qausi smarrita di un popolo,impressi nei volti remoti dei cantori del Gargano,nella loro gestualità pura e screanzata,nel mistero della trasfusione fisica quasi orale di un patrimonio musicale altrimenti perduto. Un viaggio nel Gargano attraverso la sua musica,alla scoperta dei simboli e delle leggende di un popolo e della sua esistenza-resistenza alternativa ed orgogliosa.
Ungaphoswa

Le steppe di Capitanata

Lungo la strada che da Manfredonia porta a Foggia si estende un vasto e desolato paesaggioche,benchè ormai frammentato dai capannoni industriali e dalle coltivazioni di olivi e fichi d'india,conserva la magia dell'epoca in cui così doveva apparire gran parte del Tavoliere. Sono i resti dei vasti pascoli,dove venivano a svernare le pecore che,dall'appennino,scendevano in Puglia seguendo i tratturi e dove l'imperatore Federico II nel tredicesimo secolo andava a caccia.In queste zone piove molto poco e l'ecosistema è tutto particolare,con paesaggi ed orizzonti sconfinati.
Bhukisha ngaphambi kokuba uhambe

Museo delle Cere di Padre Pio

La storia di San Pio da Pietrelcina si dipana tra le sale di Palazzo Morcaldi attraverso le fedeli ricostruzioni dei momenti salienti di un’esistenza esemplare. Nelle sale di Palazzo Morcaldi a San Giovanni Rotondo, nel centro storico, i visitatori possono ripercorrere idealmente la vita e le opere di San Pio da Pietrelcina ammirando le ricostruzioni scenografiche e le statue in cera che ritraggono il Santo nei momenti più significativi della sua esistenza. Si tratta dell’unica esposizione di cere del Sud Italia, unica in Europa poiché interamente dedicata alla figura di un santo.