Guidebook for Lubriano

Claudio
Guidebook for Lubriano

Food Scene

Fantastica location ricavato da un antico frantoio scavato nella roccia si può mangiare i piatti locali e un eccellente pizza.
Il Frantoio di Lubriano
Strada della Fontana
Fantastica location ricavato da un antico frantoio scavato nella roccia si può mangiare i piatti locali e un eccellente pizza.

Sightseeing

Civita di Bagnoregio non ha bisogno di essere descritta, il suo incanto lo si può solo ammirare sul posto.
210 icetyiswa ngabantu basekuhlaleni
Civita di Bagnoregio
210 icetyiswa ngabantu basekuhlaleni
Civita di Bagnoregio non ha bisogno di essere descritta, il suo incanto lo si può solo ammirare sul posto.
Aggrappata a un ripiano tufaceo, il profilo del Duomo, emblema della città nel mondo, si delinea da lontano e invita a lasciare l’auto per proseguire a piedi verso la rocca. La città di Orvieto ha interpretato questa esigenza del visitatore creando una struttura a misura d’uomo che non prevede l’accesso in auto, ma il ripristino di un’antica funicolare che collega la stazione di Orvieto al centro storico passando accanto alla fortezza Albornoz; altresì è attivo a Campo della Fiera un’ efficiente grande parcheggio coperto con un sistema di scale mobili e ascensori scavati nel tufo della montagna che portano al quartiere medievale e , infine, comodi minibus permettono veloci spostamenti. Per apprezzare l’eccezionale panoramicità della città vale la pena di salire sulla sommità della duecentesca Torre del Moro, il punto più alto e centrale di Orvieto, da cui lo sguardo si perde tra il verdeggiante orizzonte che la circonda. Il cuore della città di Orvieto è Piazza del Duomo, uno spazio pregevole su sui si affacciano antichi Palazzi e si eleva l’imponente struttura del Duomo , la cui meravigliosa facciata, scolpita come una miniatura, risplende marmi policromi e mosaici, monopolizzando l’attenzione per la purezza delle sue linee.
389 icetyiswa ngabantu basekuhlaleni
Orvieto
389 icetyiswa ngabantu basekuhlaleni
Aggrappata a un ripiano tufaceo, il profilo del Duomo, emblema della città nel mondo, si delinea da lontano e invita a lasciare l’auto per proseguire a piedi verso la rocca. La città di Orvieto ha interpretato questa esigenza del visitatore creando una struttura a misura d’uomo che non prevede l’accesso in auto, ma il ripristino di un’antica funicolare che collega la stazione di Orvieto al centro storico passando accanto alla fortezza Albornoz; altresì è attivo a Campo della Fiera un’ efficiente grande parcheggio coperto con un sistema di scale mobili e ascensori scavati nel tufo della montagna che portano al quartiere medievale e , infine, comodi minibus permettono veloci spostamenti. Per apprezzare l’eccezionale panoramicità della città vale la pena di salire sulla sommità della duecentesca Torre del Moro, il punto più alto e centrale di Orvieto, da cui lo sguardo si perde tra il verdeggiante orizzonte che la circonda. Il cuore della città di Orvieto è Piazza del Duomo, uno spazio pregevole su sui si affacciano antichi Palazzi e si eleva l’imponente struttura del Duomo , la cui meravigliosa facciata, scolpita come una miniatura, risplende marmi policromi e mosaici, monopolizzando l’attenzione per la purezza delle sue linee.

Parks & Nature

Bomarzo, borgo del Lazio alle falde del Monte Cimino, possiede un'opera unica al mondo, la Villa delle Meraviglie, chiamata anche Sacro Bosco, spesso definito Parco dei Mostri. Venne progettato dal principe Vicino Orsini e dal grande architetto Pirro Ligorio nel 1552. lI parco, pur inserendosi a pieno titolo nell'erudita cultura architettonico-naturalista del secondo Cinquecento, costituisce un unicum. I raffinati giardini all'italiana sono realizzati su criteri di razionalità geometrica e prospettica. con ornamenti quali le ampie terrazze, le fontane con giochi d'acqua e le sculture manieriste. Al contrario, il colto principe di Bomarzo si dedicò alla realizzazione di un eccentrico "boschetto" facendo scolpire nei massi di peperino, affioranti dal terreno, enigmatiche figure di mostri, draghi, soggetti mitologici e animali esotici, che altenò a una casetta pendente, un tempietto funerario, fontane, sedili e obelischi su cui fece incidere motti e iscrizioni. Il Sacro Bosco, non rispettando le consuetudini cinquecentesche, si presenta come una soluzione irregolare; i diversi elementi sono tra loro svincolati da qualsiasi rapporto prospettico e non sono accomunati da coerenza di proporzioni. ll tutto è inventato con criteri iconologici che sfuggono anche ai più appassionati studiosi, autentico labirinto di simboli che avvolge chi si addentra fisicamente o intellettualmente. Questi i motivi che hanno ispirato molti artisti del tempo, come Annibal Caro, Bitussi e il Cardinal Madruzzo. ln seguito alla morte di Vicino Orsini, nessuno si curò più di questo luogo che dopo secoli di abbandono è stato rivalutato da intellettuali e artisti come Claude Lorrain, Johann Wolfgang von Goethe, Salvador Dali, Mario Praz e Maurizio Calvesi.
200 icetyiswa ngabantu basekuhlaleni
Iphakamisa ye-Mostri
Località Giardino
200 icetyiswa ngabantu basekuhlaleni
Bomarzo, borgo del Lazio alle falde del Monte Cimino, possiede un'opera unica al mondo, la Villa delle Meraviglie, chiamata anche Sacro Bosco, spesso definito Parco dei Mostri. Venne progettato dal principe Vicino Orsini e dal grande architetto Pirro Ligorio nel 1552. lI parco, pur inserendosi a pieno titolo nell'erudita cultura architettonico-naturalista del secondo Cinquecento, costituisce un unicum. I raffinati giardini all'italiana sono realizzati su criteri di razionalità geometrica e prospettica. con ornamenti quali le ampie terrazze, le fontane con giochi d'acqua e le sculture manieriste. Al contrario, il colto principe di Bomarzo si dedicò alla realizzazione di un eccentrico "boschetto" facendo scolpire nei massi di peperino, affioranti dal terreno, enigmatiche figure di mostri, draghi, soggetti mitologici e animali esotici, che altenò a una casetta pendente, un tempietto funerario, fontane, sedili e obelischi su cui fece incidere motti e iscrizioni. Il Sacro Bosco, non rispettando le consuetudini cinquecentesche, si presenta come una soluzione irregolare; i diversi elementi sono tra loro svincolati da qualsiasi rapporto prospettico e non sono accomunati da coerenza di proporzioni. ll tutto è inventato con criteri iconologici che sfuggono anche ai più appassionati studiosi, autentico labirinto di simboli che avvolge chi si addentra fisicamente o intellettualmente. Questi i motivi che hanno ispirato molti artisti del tempo, come Annibal Caro, Bitussi e il Cardinal Madruzzo. ln seguito alla morte di Vicino Orsini, nessuno si curò più di questo luogo che dopo secoli di abbandono è stato rivalutato da intellettuali e artisti come Claude Lorrain, Johann Wolfgang von Goethe, Salvador Dali, Mario Praz e Maurizio Calvesi.